Elezioni Ordinistiche: Ordine di medici o Ordine di idee?

Entro Dicembre dovranno essere rinnovati i consigli direttivi degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di tutta Italia.

logo5Gli Ordini dei Medici sono stati istituiti nel 1910, risultato del riconoscimento istituzionale delle precedenti associazioni mediche che portavano lo stesso nome e riempiendo un vuoto creato con l’abolizione delle corporazioni mediche ad opera di Napoleone. Perciò, formalmente, le associazioni mediche pre-1910 sono eredi delle corporazioni mediche e gli Ordini dei medici sono eredi delle associazioni mediche. Non sono diversi perciò dalle altre associazioni mediche che tuttora esistono (vedi FIMMG, ANAO, ANDI, AIO, SIDO, etc) se non per il fatto che svolgono anche una funzione “quasi” pubblica per il riconoscimento istituzionale.

Un altro dato importante per capire il loro funzionamento è che i regolamenti per il loro funzionamento risalgono all’epoca fascista. Perciò le elezioni di fatto non hanno lo scopo di consentire la rappresentanza della professione, ma di perpetuare la classe dirigente.

Questo contesto tracciato brevemente spiega perchè ogni tre anni i consigli direttivi vengano rinnovati senza troppi scossoni: chi li governa, li governerà.

Perciò fa piacere ricevere la notizia della lista sostenuta dall’Associazione di Odontoiatria Generale Italiana (AOGI) per il consiglio dell’Ordine di Roma.

La lista sostenuta dall’AOGI si chiama “Ordine di Idee”, forse per sottolineare che ciò che manca nella nostra dirigenza sono proprio le idee mentre abbonda l’attaccamento alla poltrona.

Tra i punti qualificanti della lista (che si possono scaricare qui ) ci permettiamo di citare:

  • No ai doppi e tripli incarichi. Come primo punto questi colleghi sostengono la necessità che chi si occupa di una cosa, lasci ad altri le altre incombenze. Sembra una affermazione banale, perchè, a parte i geni, per gli altri vale la regola che è meglio fare una cosa bene piuttosto che tante male. Ma nella nostra dirigenza questa è l’ultima delle preoccupazioni, anzi per fare carriera sembra  necessario occupare più sedie possibile. Comportamento a metà egocentrico e a metà presuntuoso, che spiega perfettamente il disastro politico sindacale della professione.
  • difesa della professione soprattutto negli studi monoprofessionali. Per quanto i soloni delle analisi di mercato abbiano previsto da decenni la morte dello studio monoprofessionale, esso rappresenta tuttora la maggioranza delle modalità di esercizio della professione. Ma anche se non lo fosse, rappresenta comunque una forma di esercizio a cui sono affezionati coloro che la esercitano, e che invidiano coloro che ne sono esclusi.
  • lotta alla burocrazia. Già. Ogni giorno ci alziamo sconfortati vedendo un paese soffocato dalle scartoffie. Se c’è un italiano connvinto che ci sia qualche altro obiettivo più urgente e importante, forse non lavora in Italia!

Obiettivi, questi della lista “Ordine di idee”, perfettamente condivisibili e che ci spingono ad augurare il massimo successo alla stessa lista.

Purtroppo non è certo però che chi ha buone idee e buoni uomini nel sistema elettorale dell’Ordine dei Medici abbia anche la soddisfazione dei voti. Il sistema elettorale voluto da Mussolini infatti è studiato apposta perchè sia molto difficile mettere in discussione la dirigenza in carica.

La possibilità di votare un numero di candidati pari al numero dei consiglieri da eleggere, rende infatti difficile ad una qualunque lista che si presenta occupare lo spazio che sta tra lo zero e il 100%: cioè o hai tutti i consiglieri o non ne hai nessuno.

Ad esempio: se si presentano dieci liste e otto prendono il 10% dei voti, una prende il 9% e una l’11%, ebbene TUTTI i consiglieri andranno a quest’ultima e nessuno alle altre 9. Anche se quest’ultima ha solo l’11% dei voti.

È vero che dalle scorse elezioni si può anche non completare la lista (cioè se in una Commissione Odontoiatri si devono eleggere 5 consiglieri, fino a 6 anni fa era ritenuto  obbligatorio scrivere sulla scheda elettorale 5 nomi a pena di nullità della stessa scheda), ma ciò che sarebbe necessario per avviare un minimo di democrazia interna è che questa possibilità divenga un obbligo: cioè NON si POSSONO votare PIÙ dei 2/5 o 3/5 dei consiglieri da eleggere. Modifica semplice ma che non verrà mai presa in considerazione, ovvio.

Perciò auguriamo alla lista di Roma il successo che merita, ma non ci sorprenderemo se non vincerà.

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