Registro PEC

pecFinalmente è stato istituito il registro italiano delle PEC.
Il Registro raccoglie gli indirizzi inviati da Ordini ed associazioni ed ha superato quota 800.000 indirizzi PEC di professionisti e 3.000.000 di indirizzi di imprese.
Per fare qualche esempio: l’Ordine dei Medici di Venezia e quello di Treviso hanno inviato i dati il 5 Giugno 2013, quello di Padova e quello di Verona il 6 Giugno, e così via.
Si tratta sicuramente di un passo avanti verso la modernizzazione del sistema paese: la Posta Elettronica Certificata dovrà sostituire progressivamente la raccomandata cartacea con valore legale a tutti gli effetti di garanzia circa la data di ricezione e il destinatario.

Non più fastidiose code agli sportelli delle poste, non più mattinate perse per ritirare una comunicazione del condominio.
Tutto bene?
Quasi. Perché purtroppo la PEC è arrivata senza le istruzioni per l’uso e con una attesa ingiustificata di vantaggi improbabili.
Come ogni strumento, l’utilità è raramente lo strumento in sè: la vera utilità è l’abilità nell’utilizzarlo. Ciò che distingue Giotto da un imbianchino, probabilmente, non è il pennello.
Si può restare analfabeti informatici anche avendo una o più caselle di posta certificata.
In particolare molti professionisti non sanno che i loro Ordini professionali hanno già inviato al Registro il loro indirizzo. Per verificarlo è sufficiente andare al sito ufficiale http://www.inipec.gov.it/cerca-pec e inserire il nome e cognome del professionista o dell’impresa, oppure il codice fiscale o anche il numero di iscrizione all’Ordine e ne troverete la PEC.

Se poi volete fare uno scherzo ad un amico, inviategli da un’altra casella PEC un qualsivoglia messaggio (perchè la PEC funziona solo tra PEC), magari gli auguri per un buon ferragosto, e a distanza di qualche settimana chiedetegli se l’ha letta. Perchè il problema della PEC è che la data di consegna non dipende da quando il professionista si ricorda di andare a leggerla, ma da quando è stata depositata nella casella dello stesso.
Infatti:

Il mittente, invece, riceve la notifica che attesta che il suo messaggio è stato ricevuto o preso in carico dal gestore di PEC del destinatario che aprirà e leggerà il contenuto appena ne avrà la possibilità (dal Sito del Ministero per lo Sviluppo Economico)

 

Il documento informatico trasmesso per via telematica si intende spedito dal mittente se inviato al proprio gestore, e si intende consegnato al destinatario se reso disponibile all’indirizzo elettronico da questi dichiarato, nella casella di posta elettronica del destinatario messa a disposizione dal gestore (comma 1 dell’art.14 DPR 28/12/2000 n.445, come modificato dall’art.3 DPR 11/02/2005 n.68)

E se vi capita di non leggere un messaggio di auguri, poco male. Ma se siete in vacanza o ammalati o da altro tribolati e vi depositano un atto giudiziario, sappiamo bene che la legge non ammette scuse.

Perciò, due consigli:

  1. se avete fatto una casella PEC da qualche parte, controllate se è stata inviata all’Indice Nazionale delle Imprese al link di cui sopra
  2. se trovate il vostro indirizzo là, o comunque avete il sospetto che qualcuno a questo mondo ne sia a conoscenza, controllatelo ogni giorno, anche durante le ferie, oppure date mandato a qualcuno di controllare

Perchè nessuno manderà mai gli auguri per raccomandata. Per raccomandata, elettronica o cartacea che sia, arrivano solo le rogne.

En Passant: se invece non volete un impegno quotidiano in più e vi basta quello che vi porta il postino, non fatevi la PEC. Come molti altri obblighi, è solo sulla carta, non ci sono sanzioni se non ce l’avete. E buonanotte al secchio.

Ovviamente ciascuno faccia come gli aggrada: chi preferisce controllare la posta elettronica ogni giorno e chi fare una passeggiata alle poste.

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