Il peggior ministro di sempre

In campagna elettorale siamo abituati alle sparate.

Il ministro Lorenzin (la peggiore ministra di sempre a detta di Liberi&Uguali, leggi qui) però spara sulla salute degli italiani con il suo libro “Per salute e per giustizia”. In un mondo piatto, caldo e affollato (dalla presentazione del libro) il caos della tempesta perfetta generata dall’aumento dell’età media e dell’innovazione bio-medica (sempre dalla presentazione del libro della ministra) si vince … raccontando fiabe!

Si, perchè l’ipotesi della ministra va bene al massimo per addormentare i bambini la sera.

Dunque: il 7% degli italiani rinuncia alle cure dentarie, si dice. Perchè sono care.

Quindi che facciamo? Convinciamo i dentisti ad abbassare i prezzi.

Elementare Watson.

Poi con quali strumenti la ministra pensi di raggiungere tale scopo è indice della malafede del soggetto.

La ministra infatti pensa che mediante convenzioni tra ASL e dentisti privati si possano dirottare i pazienti verso gli studi che accettano di abbassare i prezzi.

Domanda: Ma se uno studio può abbassare i prezzi, a che gli serve la convenzione? No, davvero, mi faccia capire signora ministra, lei che ha studiato.

Le convenzioni ci sono con i medici di base, i quali vengono pagati direttamente dallo stato e sono iscritti a liste chiuse ad accesso non proprio facile etc etc. Ma l’esempio dei medici di base non può in alcun modo essere confrontato con l’odontoiatria, perchè, anzitutto, la necessità di iscriversi in un elenco diminuisce la concorrenza e quindi alza (e non abbassa, caro ministro, suvvia) i prezzi, poi perchè lo stato i soldi per pagare direttamente le cure dentarie non li ha.

Davvero, sembra che la ministra voglia fare la campagna elettorale promettendo come premio il sedere altrui.

Dunque, signora ministra, affrontiamo la cosa connettendo due neuroni.

Primo: le cure dentarie costano e una parte della popolazione non può permettersele. Allora andiamo a vedere. Il costo delle cure dentarie da cosa deriva? Al 40-50% dal personale dipendente, al 20-25 dal laboratorio odontotecnico, al 20-25% dagli impianti, al 10-15% dal materiale di consumo. Il margine dipende molto dal nome del dentista ma diciamo che si aggira sul 10-20% dei costi di cui sopra.

Ora, signora ministra, secondo lei come si fa a scontare il 40-50%? Pensa che non ci abbia mai pensato nessuno? Mai sentito parlare di cliniche low-cost? Ce l’hanno messa tutta per tagliare sui costi (non sempre garantendo la stessa qualità, ma questo è un altro discorso). E sono in crisi nera. Questo le dice qualcosa?

Cara ministra, se davvero gli italiani poveri le stanno a cuore, deve trovare il modo per ridurre le spese, e le assicuro che i modi ci sono. Il costo del lavoro, per iniziare. Il costo dei contributi, le spese parassite, le casse e i fondi mangiasoldi, etc. Poi la burocrazia, gli avvoltoi con l’occhio lungo sulle carte. Poi l’efficienza del sistema, la rete informatica, la ricerca, la scuola, tutto fa brodo perchè tutto contribuisce a migliorare il servizio.

Secondo: però rimane il fatto che una certa fetta della popolazione rinuncia a curarsi. E allora?

Siamo seri: non si fa un pranzo di nozze con i fichi secchi. Se c’è una voce di uscita bisogna andare in cerca di una voce di entrata. O lei, signora ministra, recupera 424.126.100 (quattrocentoventiquattro milioni di euro= popolazione italiana residente all’1 gennaio X 7% X 100 euro a testa) oppure lei fa chiacchiere.

È una cifra impossibile da recuperare? No, io non credo. Se il 7 % della popolazione italiana più ricca tirasse fuori dalla tasca 100 euro all’anno (non se ne accorgerebbero neppure, mi creda) saremmo a posto.

Però lei dovrebbe essere una persona seria, non vendere fumo, insomma, dovrebbe scontentare qualcuno. E questo in politica non si fa.

Superato questo scoglio, certo, bisogna vedere come spendere 100 euro all’anno. Per carità è poco, ma anche tanto se gestito bene. Cioè se quei pochi soldi non vengono sprecati e persi per strada, se arrivano direttamente al paziente e da questi al dentista.

Ad esempio se i pazienti con reddito ISEE inferiore a X ricevessero un bonus di 100 euro da spendere per cure dentarie e avessero come unico obbligo di restituire copia di una fattura di 100 euro, questa sarebbe la via più breve per evitare di arrivare alla fine con un risultato non di 100 ma di 10 euro.

Tutte le altre ipotesi (visite presso strutture pubbliche, lista delle prestazioni urgenti, controllo, convenzione, autorizzazione della spesa etc) sono trucchi per far guadagnare qualcun altro oltre ai poveri italiani che non hanno i soldi per il dentista. Certificato.

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