Bile e fegato: le igieniste possono lavorare senza autorizzazione!

riccitelliCapita che ti alzi al mattino con la massima buona volontà di farti onore in un paese senza onore. Dopo leggi notizie come questa! E la giornata subito volge al peggio, l’umore va sotto i tacchi e il fegato si riempie di bile!

La past president dell’Associazione Igienisti Dentali Italiani e della Federazione Europea Igienisti Dentali interviene sulla testata WEB Il Dentale sostenendo alcune posizioni:

1 l’igienista può lavorare in modo autonomo, senza alcuna supervisione da parte dell’odontoiatra

2 l’igienista può acquistare in modo autonomo tutta l’attrezzatura necessaria per la propria attività

3 l’igienista può aprire uno studio senza alcuna autorizzazione regionale

Chiaro che sono tutte affermazioni che fanno salire la pressione. L’istituzione del  corso universitario per Igiene Dentale l’abbiamo voluto noi odontoiatri, forse nell’illusione di prepararci la necessaria manodopera per le nostre Cliniche Dentali, quelle che critichiamo se le fanno gli altri ma vorremmo tanto fare noi! Le persone con un minimo di buon senso hanno capito da subito che ci stavamo preparando la fossa, ma erano voci nel deserto.

Ora che la frittata è fatta, si pongono una serie di problemi:

  • ovvio che un numero considerevole di persone ha seguito un corso ufficiale di studi e si aspetta a buon diritto di lavorare. Non lo si può impedire, ovvio. Il problema però è un quadro legislativo coerente e sostenibile: i corsi di laurea sanitari stanno proliferando in modo incontrollato, chi avrebbe da ridire se domani si aprisse un corso di laurea in endodonzia e dopodomani in endodonzia dell’incisivo centrale destro?
  • quali rapporti intercorrono tra queste figure professionali? Sappiamo che con la nascita del corso in odontoiatria e l’istituzione dell’albo odontoiatri noi abbiamo affermato che l’odontoiatria può essere esercitata solo dagli odontoiatri. Poi scopriamo che ci sono stati ricorsi di laureati in medicina iscritti al solo albo medici che hanno preteso di esercitare l’odontoiatria comunque, e hanno vinto complicando ulteriormente una situazione per nulla chiara. Se tra qualche tempo le igieniste pretendessero l’esclusiva dell’igiene, rischieremo di passare noi per abusivi o dobbiamo prepararci a presentare ricorso al TAR?
  • se una igienista si comporta in modo censurabile, a chi ne risponderà? Ci possiamo aspettare pubblicità di studi di igiene del tutto deregolamentatè? Un furbata potrebbe essere una igienista direttore sanitario di uno studio dentistico: libertà assoluta di fare e non fare qualunque cosa!
  • in un paese nel quale non è raro venire a conoscenza di abusivi totali del tutto sconosciuti a NAS, ASL e finanza, è credibile che qualcuno sarà mai in grado di giurare che negli studi di igiene si farà solo igiene? Ma qualora una igienista venisse colta sul fatto mentre un non abilitato lima un circolare, di cosa risponderà mai? Va bene che qualcuno parla di pene aumentate per gli abusivi, ma è tutto da vedere: il mio timore è che se la caverà con una multa irrisoria e continuerà a lavorare e far lavorare come prima.
  • l’aspetto più stupefacente però è che la past presidente AIDI ritiene che le igieniste possano lavorare senza autorizzazione regionale! Cioè: noi abbiamo sempre sostenuto che l’autorizzazione regionale è un duplicato dell’esame di stato e dell’abilitazione professionale. Ma una professione che non ha (ancora) un esame di stato, che cosa duplica con l’autorizzazione regionale?

Alla fine noi odontoiatri facciamo proprio la figura dei fessi: abbiamo sopportato ogni onere per quanto folle che qualsivoglia burocrate si sia inventato, adesso che qualcun altro viene a dividere la già ridotta torta, ecco che scopriamo che di tutti quegli oneri si poteva fare a meno!

Non si tratta di difesa corporativa. Si solo tratta di chiedere una legislazione chiara, semplice, univoca e stabile. Che valga per tutti nella stessa maniera e non una legislazione che lasci a noi tutte le spine e ad altri tutte le rose.

Ma avremmo bisogno di una classe dirigente con meno lingua e più coglioni!

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10 pensieri su “Bile e fegato: le igieniste possono lavorare senza autorizzazione!

  1. si sta come d’autunno sugli alberi le foglie ovvero vasi di coccio tra vasi di bronzo (il riferimento alle facce di bronzo è ovviamente voluto)

  2. mi sembra tutto ridicolo, e’ prprio vero che in italia i tutelati sono gli “abusivi della professione”.
    non ho altre parole…diventeremo noi professionisti assistenti delle nostre igeniste.

  3. che dire? Tutto vero! La storia della nascita di questa figura professionale è quella raccontata, seppure mancante degli interessi personali (e non solo professionali ed economici, vedi scandalo di Bari) che ne accompagnarono perlomeno i primi anni. Come è vero tutto il resto, compresa la paradossale questione delle autorizzazioni sanitarie, nate anche per contrastare (perlomeno secondo alcuni cervelloni) le nuove figure emergenti delle igieniste. Com’è finita? Loro se ne tirano fuori (e ne hanno i titoli) e noi rimaniamo impantanati nella nostra m….
    Bel risultato!
    p.s. complimenti alla franchezza, alla chiarezza, all’onestà intellettuale e, perchè no, al coraggio dell’autore di questi commenti.
    GOD SAVE Slow Dentistry

  4. p. s. 2: a Roma c’è in effetti un igienista (non è un errore di battitura, si tratta proprio di un maschietto) che fa lavorare sotto di lui alcuni dentisti

  5. Sinceramente non capisco dove stia il punto…
    Non c’è nulla di sbagliato, tranne Treccani scritto con una C sola, in quello che scrive la past president dell’Associazione Igienisti Dentali Italiani e della Federazione Europea Igienisti Dentali.

    L’igienista dentale non può eseguire la diagnosi e quindi dare indicazione di trattamentio, per questo motivo è tenuto a lavorare su indicazione dell’odontoiatra.
    Così come TUTTI i terapisti (il logopedista, il fisioterapista…) fanno appunto la terapia ma non la diagnosi.
    A mio avviso l’indicazione dovrebbe essere scritta e non verbale, ma mancando una definizione accettata, allo stato attuale delle cose, può anche essere verbale.

    L’igienista dentale può lavorare in autonomia, e per poter lavorare in autonomia deve comprare il materiale che serva alla sua attività.

    L’igienista dentale non esegue manovre cruente e non ha il dovere di ricevere autorizzazione, così come (non dovrebbe) l’odontoiatra che non esegue manovre cruente nel suo ambulatorio.

    L’iginista dentale non ha un ordine professionale, il medico e l’odontoiatra, invece sì. MA lo scopo di essere, degli ordini, dovrebbe essere tutelativo e non repressivo nei confronti dei suoi iscritti.

    é chiaro che nemmeno io vivo sul pianeta Marte e so come vanno le cose sul pianeta Italia, però se l’igienista dentale esiste ha il diritto di poter esercitare la sua professione.
    L’abusivismo va perseguito in modo serio e irremovibile, ma questo non vuol dire impedire di lavorare a chi vuole farlo nel rispetto delle regole.

    Tutti questi discorsi andavano fatti prima di lasciare le stalle aperte (e sottolineo che questo paragone non vuole essere in alcun modo offensivo per nessuno) e prima che i buoi prendessero il volo!
    Ormai, come dici tu, le uova sono rotte e la frittata è fatta!

  6. massì, Christian: il problema non è in quello che ha detto la Riccitelli dal punto di vista della Riccitelli. Lei giustamente fa l’interesse della propria categoria ribadendo quello che la legge consente loro, e magari qualcosa di più. Perchè il problema dell’invasività delle prestazioni sanitarie, in forza delle quali le strutture mediche dovrebbero essere autorizzate anche se monoprofessionali, è chiaro solo se non prendi in considerazione le migliaia di contenziosi dei comuni e delle asl che invece pretendono l’autorizzazione a prescindere, per il solo fatto di esercitare l’odontoiatria.
    Ma nei confronti delle igieniste, se mi consenti, il problema non è l’invasività, ma il titolo in base al quale possono esercitare. Perchè delle due l’una, o sei iscritto ad un albo che vigila (!) sulla tua preparazione e deontologia (!!) oppure lo stato ti autorizza ad esercitare con un diverso atto amministrativo che può essere revocato se vengono a mancare i presupposti per la sicurezza del paziente. E la cosa non è tanto rilevante per negare alle igieniste il diritto di lavorare, ci mancherebbe. Ma appunto quella realtà buffonesca per cui le leggi sono interpretabili a senso unico: quello per il quale noi come categoria (cioè come odontoiatri) ce la prendiamo sempre in quel posto!

  7. Le regole, anche le più elementari, nella nostra Professione non esistono più da tempo e non capisco perchè noi dobbiamo ancora rispettarle; anzi si: perchè siamo persone SERIE e col tempo la serietà paga sempre. Forse!?.Io credo di si.

  8. Slow,forse la tua preoccupazione è eccessiva, o forse perché conosciamo i nostri polli,sono d’accordo con te. L’errore è stato creare una laurea d’igiene e una figura nel campo odontoiatrico in più ed autonoma, con possibilita’ di aprire propri studi, che pero’ non ha per assurdo nessuna possibilita’ di controllo né autorizzazione.
    Se l’igienista nel suo studio vede una parodontite grave o una sospetta neoplasia, che fa ?Diagnosi? Non puo’, quindi l’invia ad un odontoiatra, che curerà il paziente, rinviandolo per l’igiene. Ma è conveniente per l’igienista avere uno studio per questo solo? E non bastava un diploma professionale per avere un ruolo importante nello studio odontoiatrico anche “autorizzato” come lo Studio stesso? In questi giorni l’ASL di riferimento deve venire a controllare un mio studio per il “semplice ” rinnovo dell’autorizzazione, nonostante la regione abbia dato disposizione di non infierire con controlli se non a campione: sono il solito fortunato…..! E ho speso già duecento euri di solo commercialista per presentare la domanda e documenti via posta certificata sicura al consorzio dei Comuni che ora ricevono così tutte le pratiche pubbliche edili e non.
    Perché la burocrazia e non, ci devono sempre tartassare come fossimo degli Al Capone da tosare o fossimo noi i veri abusivi?
    Se rinasco farò l’igienista…vedi mai che non mi facciano consigliere regionale
    magari per aver ben pulito la dentiera di qualche ricco cliente….in fondo a questo
    ci siamo ridotti per lasciar fare!!

  9. Per Christian,
    visto che hai sostenuto che le igieniste non eseguono manovre cruente in bocca, dovresti informarti sul significato del termine “cruento”… saluti

  10. per Antenore,
    chiedo scusa se non mi sono spiegato bene o se ho usato il termine sbagliato, ma, nel definire le manovre di igiene “cruente” oppure no, mi riferivo soprattutto a questo: http://www.slowdentistry.it/?p=156 in cui si sostiene che se le prestazioni erogate dal gabinetto dentistico non sono particolarmente invasive, questo non ha necessità di autorizzazione.

    Credo che una levigatura radicolare sia, come giustamente sostieni tu e mi scuso per il refuso, una procedura “cruenta” (se lo sia abbastanza per richiedere l’autorizzazione o meno, io non so dirlo) tanto da richiedere quasi sempre l’anestesia locale.
    Per questo motivo credo, personalmente, che un igienista adeguatamente formato possa fare l’anestesia locale al fine di riuscire a far bene il suo lavoro (su indicazione, sempre dell’odontoiatra).

    Poi credo che ciascuno sia libero di avere una opinione personale, e credo allo stesso tempo che se esiste un esercizio abusivo vada perseguito adeguatamente.

    ciao

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