Omosessualità e Odontoiatria

gay-460x307L’omosessualità, soprattutto maschile, ha numerose manifestazioni a livello orale, soprattutto per quel che riguarda le malattie contagiose o i traumi connessi con le attività sessuali.

Gli odontoiatri sono in genere preparati a riconoscere queste manifestazioni, tuttavia è necessario mettere a punto un comportamento deontologicamente corretto nei confronti dei pazienti omosessuali.

Ovviamente la presenza di malattie trasmesse sessualmente non può essere una ragione per rifiutare l’assunzione in cura. Non è possibile affermare che il proprio studio non è attrezzato per trattare pazienti con l’AIDS, ad esempio. L’HIV è un virus estremamente debole, un sistema di detersione/disinfezione/sterilizzazione che non è in grado di impedire con una certezza assoluta il contagio paziente-operatore e paziente-paziente, ovviamente sarà lacunoso anche verso qualunque altra malattia infettiva, epatite B in testa a tutte.

Posto ciò in ogni caso l’odontoiatra si trova a dover svolgere un ruolo di counseling per i pazienti omosessuali, il quale ruolo deve avere come primo obiettivo la salute del paziente. Dal punto di vista medico l’odontoiatra deve considerare l’omosessualità come una qualunque altra malattia e consigliare il paziente circa le strategie migliori di cura.

L’odontoiatra ha spesso a che fare con malattie che presentano lo stesso meccanismo dell’omosessualità: ad esempio la parodontite è una malattia dipendente dalle abitudini di igiene del paziente. L’odontoiatra spiega che la presenza di infiammazione gengivale è segno di malattia e che va curata per i danni che essa comporta a livello orale e sistemico, a prescindere dalla percezione di sintomatologia da parte del paziente. Una volta informato il paziente è ovviamente libero (=responsabile) di seguire o meno le indicazioni dell’odontoiatra.

Lo stesso meccanismo si presenta con l’omosessualità. Spesso il dentista è il primo o anche l’unico medico in grado di cogliere le manifestazioni dell’omosessualità anche se il paziente non la dichiara nella scheda anamnestica. Perciò spesso è proprio responsabilità dell’odontoiatra informare il paziente dei danni alla salute connessi con questa abitudine sessuale e delle possibilità di cura. È responsabilità del dentista in un senso analogo a quello per il quale è responsabile di informare il paziente circa  le conseguenze della malattia parodontale o del tabagismo. Un paziente potrebbe dire infatti, a distanza di anni, che se quel medico che si è accorto delle sue condizioni non lo ha avvisato delle conseguenze e delle possibilità di cura, egli (paziente) ritiene quel medico responsabile e chiede i danni del mancato avvertimento.

In definitiva si tratta anche nel rapporto con i pazienti omosessuali di applicare il principio del consenso informato: Il paziente ha il diritto di conoscere le proprie condizioni di salute, la prognosi e le alternative terapeutiche.

 

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