Castellito, Monestiroli e le radiografie dentali

31830631Ecco che un film di Castellito riporta l’attenzione sulle radiografie dentali. A parte che la vicenda di Castellito non sta in piedi, perchè abortire per paura di maformazioni non documentate è da imbecilli: a questo punto meglio suicidarsi perchè la possibilità di ammalarsi e morire è pressochè certa.

Ma la cosa che disturba è che per porre una pezza ad una imprecisione cinematografica si scomodano esperti che fanno un buco peggiore. Qui il dottor Monestiroli ci dice che è fondamentale l’anamnesi.

Ora, la prima cosa che passa per la testa leggendo le raccomandazioni del dott.Monestiroli è che egli faccia più il medico legale che l’odontoiatra.

Poniamoci nelle seguenti ipotesi:

  • la paziente dice che è in gravidanza nei primi due mesi. Il collega consiglia di non fare radiografie. Oibò! Questo significa che quelle radiografie non erano indispensabili, quindi non giustificate. Anche ammettendo che alcune prestazioni possano essere svolte più o meno allo stesso modo posticipando le radigrafie di due mesi, resta il dubbio che se ne potesse fare a meno.
  • la paziente dice che non è in gravidanza ma vorrebbe esserlo. Quindi? Cioè, qualunque medico sa che il periodo più pericoloso per una gravidanza sono i primi 15-30 giorni, prima perciò che una donna possa sapere di esserlo. E soprattutto quando una donna cerca una gravidanza, conta poco la soddisfazione che in questa fase i danni all’embrione-feto si traducano il più spesso in aborto (perchè tanto gravi da essere incompatibili con la vita) piuttosto che in malformazioni.
  • la paziente dice che non è in gravidanza e non vorrebbe esserlo. Però può capitare, anche a chi non va in cerca: non è di molti mesi fa la notizia di una suora che ha scoperto di essere incinta e non ha saputo dare spiegazioni. Epperò, il fatto che una donna non desideri una gravidanza, non significa che se dovesse accadere, rifiuterebbe di portarla avanti e il fatto di essere stata sottoposta ad esami radiografici che hanno comportato malformazioni del bimbo sicuramente non le farà piacere.
  • ultima situazione: una donna che non è in gravidanza ed attua adeguate precauzioni per non esserlo. Posto che nessun metodo contraccettivo ha una sicurezza del 100%, ricadiamo comunque nel caso precedente: ma chi ha detto che una donna che non vuole un bambino, se dovesse arrivare lo rifiuterebbe? Può il dentista assumersi l’onere di questa certezza?

Conclusione? Se usiamo la testa sappiamo che domandare ad una donna se è in gravidanza, ma soprattutto assumersi l’onere di intraprendere azioni mediche coerenti con l’anamnesi (il che significa: conioscere la fertilità potenziale di ogni singola paziente, i mezzi anticoncezionali che usa, come li usa, etc etc) è del tutto inutile e stupido. L’unico comportamento coerente di un odontoiatra è di trattare tutte le donne in età fertile come se fossero in gravidanza. Il che significa:

  • fare solo esami realmente indispensabili
  • usare apparecchi a bassa emissione di radiazioni
  • far indossare alla paziente un telino piombato

A questo punto però sorge spontanea una domanda: perchè riservare queste attenzioni solo alle donne in età fertile? Perchè dovremmo sottoporre donne in menopausa ad esami inutili e senza minimizzare le radiazioni assorbite? O uomini e bambini? Quanta fatica facciamo a far indossare a tutti un telino piombato senza interrogarci su sesso e contorni ma sulla giustificazione dell’esame che andiamo facendo?

In fin dei conti il problema non è se il medico ha fatto o non ha fatto l’anamnesi, ma se ha saputo utilizzare le risposte ottenute. E prima di fare una qualunque domanda bisognerebbe sapere cosa farsene della risposta. Per le ragioni suesposte sembra quasi che domandare ad una donna se è in gravidanza o pensa di esserlo e che anticoncezionali usa e quanti e quali rapporti ha, sia più che altro una violazione della privacy senza conseguenze mediche rilevanti.

A parte questo aspetto comunque l’intervista sottolinea aspetti noti, tra i quali che le radiografie del dentista devono essere fatte solo se rappresentano “un valido ausilio diretto e immediato” per la prestazione del dentista. Da cui ne consegue anche che a dir la verità appare un po’ difficile capire come una radiografia panoramica o una TAC possano essere di ausilio “immediato“, non impossibile certo ma difficile sia concesso.

Eppoi si scomoda “l’art.2235 del codici civile così recita: “Il prestatore d’opera non può ritenere le cose e i documenti ricevuti, se non per il periodo strettamente necessario alla tutela dei propri diritti secondo le leggi professionali” ” Ma la Rx eseguita dal dentista, viene “ricevuta“? Boh, ho l’impressione che non ci siamo proprio …

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