Presto è bene?

bannerSi è appena concluso il Leaders’ Forum 2015 dell’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica e della Società Italiana di Parodontologia sul tema: Presto è Bene?

L’AIOP e la SIDP sono tra le più importanti società scientifiche del settore odontoiatrico a livello nazionale e internazionale, per cui l’attenzione data all’argomento è importante.

Presto è bene? In prima battuta, non c’entra nulla. Bene è bene, verrebbe da dire, ma si scadrebbe nella tautologia.

A parità di risultati, la soluzione più veloce è migliore di quella più lenta, non c’è dubbio. Ma se la prendiamo da questo punto di vista, non chiudiamo la discussione, ma la apriamo: come comparare risultati diversi? Chi li confronta e con che metro?

In ogni caso è evidente che la prospettiva corretta è questa, anche se non è facile.

Il primo ostacolo infatti è l’operatore: Chi fa. Il primo indicatore di successo delle ricostruzioni in conservativa ad esempio non è il materiale nè la tecnica utilizzata, ma l’operatore. Un operatore preparato è in grado di utilizzare un qualunque materiale per ottenere risultati di successo, viceversa da un operatore poco preparato.

Ma l’operatore non decide solo della qualità della prestazione che esegue. Decide anche della prestazione che eseguirà, perchè ogni operatore tende a fare piani di trattamento che prevedono le tecniche nelle quali egli è più sicuro. Perciò un operatore con la visuale ristretta può essere un pericolo per i suoi pazienti: è possibile che chi sa fare solo impianti li proponga anche per la terapia delle lesioni dentarie o gengivali più banali.

Una volta però discusso di chi fa cosa, rimane da discutere per chi. Non tutti i pazienti hanno le medesime esigenze ed aspettative, ciò che per uno può essere indicato, per un altro può essere un errore.

Il quando alla fine è un particolare, una variabile dipendente dal contesto sopra descritto.

Perchè alla fine non c’è una odontoiatria fast e una slow: c’è una buona odontoiatria e una cattiva odontoiatria. Punto.

Slow Dentistry è perciò una provocazione più che una qualità: a coloro del “tutto e subito” ricordiamo che ogni cosa ha i propri tempi. Ma con ciò non vogliamo assolutamente dire che i tempi siano sempre e necessariamente lenti, anzi. A volte la qualità è proprio la velocità, ma non sempre. L’importante è sapere che la velocità non è un assoluto, ma solo uno dei fattori in gioco. Che l’assoluto è sempre e solo il benessere del paziente.

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