Lettera al presidente CAO di Venezia

Al presidente della Commissione Albo Odontoiatri
della provincia di Venezia
Via Mestrina 86 30172 Mestre -VE

Gentile Presidente

La ringrazio per la Sua mail del 20 marzo u.s. a proposito della temibile pandemia covid-19.
Mi permetto in questa occasione di farle osservare quanto segue:

Anzitutto il tenore della Sua non consente di comprenderne il contesto. Il triage telefonico sembrerebbe che abbia lo scopo di identificare le persone positive al virus respiratorio in questione e quelle sospette per invitarle a non presentarsi presso lo studio. Le faccio presente che questo comportamento sarebbe da un lato anti-deontologico (il medico deve essere sempre a disposizione dei propri pazienti, a maggior ragione se malati, a maggior ragione nel corso di una epidemia/pandemia) e dall’altro illegale, come si evince dalla nota del garante per la Privacy il quale ha chiarito che la raccolta dei dati riguardanti questa infezione “deve infatti essere svolta da soggetti che istituzionalmente esercitano queste funzioni in modo qualificato” (si veda in proposito https://www.slowdentistry.it/archives/1422 )

In secondo luogo il comportamento dei pazienti positivi al virus covid-19 non può essere determinato dall’odontoiatra. Le istituzioni preposte hanno attivato risorse, protocolli, personale e strutture adeguate. L’interferenza con tali procedure da parte dell’odontoiatra sarebbe sicuramente deleteria.

Dalla Sua sembrerebbe anche di capire che la buona prassi medica consista nell’identificare i pazienti contagiosi e nell’evitare contatti con essi. Sono sicuro che si tratti di un fraintendimento in quanto Lei mi insegna che la buona prassi medica consiste invece nel trattare ogni paziente come potenzialmente infetto e nell’adottare misure conseguenti.

Il ruolo che i dentisti possono avere nell’attuale pandemia è di ridurre al minimo gli spostamenti della popolazione per i rischi di contagio in itinere. Dalla Sua frase “evitare che i pazienti si incontrino” sembra invece di capire che il rischio si concretizza all’interno degli studi dentistici quasi che ci possano essere studi nei quali gli spazi e i protocolli non sono pensati in modo da evitare infezioni crociate. L’esistenza di tali studi e la conoscenza (o anche solo il sospetto) della loro esistenza costituiscono altrettante violazioni deontologiche. Se ci sono studi nella nostra provincia nei quali i pazienti rischiano il contagio “incontrandosi” è Suo dovere, in quanto presidente della Commissione Odontoiatri, segnalarlo all’autorità competente.

Nella situazione attuale ruolo degli odontoiatri è anche trattare tutte quelle patologie di propria competenza che se trascurate comporterebbero un accesso alle strutture di emergenza e pronto soccorso. Sfuggire a questo compito per i rischi che esso comporta è diserzione e come tale va trattata. Sono sorpreso del fatto di non trovare alcuna eco di questo nella Sua pregiatissima comunicazione.

Alla luce di quanto sopra avrei gradito la precisazione che i rilievi etici e deontologici sussistono a carico di coloro i quali attuassero una delle seguenti condotte: rifiutassero cure urgenti a pazienti positivi per il virus covid-19 per timore del contagio, avessero condizioni lavorative a rischio dal punto di vista della trasmissione di infezioni per via aerea, effettuassero un triage discriminatorio per l’accesso alle cure dei propri pazienti, fuggissero dalle proprie responsabilità per quel che riguarda la cura delle patologie dentarie, effettuassero terapie futili, non necessarie o non urgenti oppure non restassero a disposizione dell’autorità per qualunque necessità sanitaria per la quale potessero rendersi utili.


Dott.Cosimo Tomaselli
Pianiga 21/03/2020

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