Ancora igieniste

video-1169-thumbChristian Bacci dice che le “uova son rotte e la frittata e fatta” a significare che c’è un cerino acceso a a qualcuno resta in mano: ai professionisti che nella giungla normativa dell’odontoiatria devono aggiungere pure ciò che riguarda la figura professionale dell’igienista.

Qualcuno ci ha guadagnato con il Corso di Laurea in Igiene Dentale: professori, presidi, direttori di corso, e via elencando. Sarebbe da chiedere alle igieniste “serie” (quelle cioè che si sono laureate per esercitare legalmente e non con secondi fini) quanto siano soddisfatte della situazione in cui si trovano.

Sta di fatto che una soluzione, un accomodamento si deve trovarlo. Verrebbe da pensare che chi rompe paga e i cocci sono suoi. Oppure che chi ha guadagnato, chi si è fatto i suoi interessi, mo’ si dia una mossa. Ovvio che non succederà, quelli là con la testa sono già altrove: alla prossima truffa e al prossimo legale inciucio.

In qualche modo sarà bene che ci pensiamo noi, che non ci abbiamo guadagnato nulla e che abbiamo solo da rimetterci. Ma una soluzione si deve trovare, è inutile chiudere gli occhi per non vedere il problema.

Orbene: a mio parere sic stantibus rebus la via d’uscita più decorosa e meno dolorosa per tutti è di offrire alle igieniste la possibilità di iscriversi ad un albo appunto di igieniste ma all’interno dell’Ordine dei Medici. Così come ora c’è un Ordine con due albi (medici e odontoiatri) dovremmo avere il terzo.

Perchè? Cosa cambia rispetto ad un Ordine autonomo o insieme agli altri operatori sanitari che chiedono di essere regolamentati? Il punto secondo me è che dobbiamo cercare di evitare i conflitti, dobbiamo cercare di immaginare un modo di esercitare l’odontoiatria e l’igiene dentale nel modo più coordinato e concordato possibile.  All’interno dello stesso Ordine sarà possibile discutere di tutte quelle occasioni di attrito che sono inevitabili e trovare soluzioni coerenti.

Facciamo qualche ipotesi: un odontoiatra viene scoperto a fare da prestanome. La sanzione è un anno di sospensione. Se una igienista viene trovata a fare da prestanome, oggi non rischia nulla, ma un domani con un Ordine autonomo, cosa rischia? È chiaramente importante che le sanzioni siano uniformi.

Eppoi, cos’è l’atto abusivo? Quando un atto è riservato e quando può essere effettuato da chiunque? Sappiamo che al momento ci sono grossi problemi anche per i medici e gli odontoiatri, tanto che qualche volpe aveva addirittura pensato di istituire una nuova figura professionale, l’OSSO (chi ride? è una cosa seria: Operatore Socio Sanitario Odontoiatrico). Assoluta mancanza di connessioni neuronali: in un paese già oberato di leggiuncole e regolamenti e codicilli, introduciamo una nuova figura con un nuovo percorso professionale e una nuova abilitazione prima ancora di aver chiarito quali sono le competenze delle figure che già ci sono! L’atto medico può essere compiuto solo da un medico (è irrilevante se sia in bocca o meno: prescrivere un farmaco è un atto medico anche se viene effettuato con carta e penna sulla scrivania!) e non può in alcun modo essere delegato ad alcuno, tutto il resto può essere delegato a chiunque. Basterebbe che fosse chiaro cosa è un atto medico. Ma con l’igienista la faccenda si complica: che cosa è riservato all’igienista? Che cosa può delegare?

Eppoi: il reato di prestanomismo consiste nel consentire ad altri di effettuare prestazioni riservate agli iscritti al proprio albo. Quindi: se un odontoiatra consente ad una assistente di fare l’igienista, nel momento in cui le igieniste avessero un loro Ordine separato, non sarebbe più un prestanome? E all’inverso, se una igienista fa fare l’igiene ad un non abilitato è una prestanome. Ma se gli fa limare un circolare, cos’è?

E la pubblicità: se un medico fa pubblicità in contrasto con il codice deontologico viene sottoposto a procedimento e sanzionato (dovrebbe, dipende. Dipende dalla Commissione Albo Odontoiatri dove è iscritto, da quanta voglia di lavorare ha, da quanta determinazione ha, eccetera eccetera). Ma se una igienista fa pubblicità, questa deve essere valutata in base a quali norme deontologiche?

Questi sono solo alcuni esempi per dire che un solo Ordine come ambito per discuterne e trovare soluzioni comuni forse è una soluzione.

Certo, gli Ordini come sono adesso vanno riformati, il meccanismo elettivo risale al buon Benito e scricchiola da paura, i rapporti tra i due albi attuali sono ambigui (perché in nessuno Ordine in Italia il presidente è un odontoiatra? siamo dunque professionisti di serie B rispetto ai medici?), va bene.

Ma questa (un Ordine comune per tutte le professioni sanitarie, e il discorso si potrebbe estendere ad altre professioni oltre alle igieniste) potrebbe essere una soluzione. Se qualcuno ne ha di migliori, le proponga.

Ma io temo non tanto che ce ne siano di migliori o che verranno scelte le peggiori, ma che nessuno farà nulla finché la situazione diverrà insostenibile, e allora faranno un’altra frittata.

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