La Fine della Pandemia e gli Odontoiatri

Ormai è ora di fare il bilancio di questa epidemia e della sua gestione.
A giorni ci attendiamo un allentamento delle misure di lockdown, a cui Drive Through desertoseguirà un aumento del contagio, in base all’entità del quale forse avremo un nuovo lockdown a distanza di due-tre settimane, con cui si arriva a fine febbraio, inizio marzo. Che quindi la prima quindicina di marzo la passiamo in zona gialla, arancione o rossa, comunque sia arriveremo alla primavera e la seconda ondata finirà così.
Al momento su 60 milioni d italiani abbiamo grosso modo 2 milioni di guariti e 500 mila persone ammalate. Possiamo prevedere che entro la primavera avremo almeno 3 milioni di persone guarite, il 2% della popolazione (ma qualcuno pensa che le infezioni non diagnosticate siano almeno dieci volte di più).


Oggi abbiamo circa 300 mila vaccinati, ma l’Italia ha prenotato 209 milioni di dosi (se facciamo due dosi per ogni italiano ne servono 120 milioni, gli altri 80 milioni dove vanno?) per cui dovremmo rapidamente completare la fase 1 (operatori sanitari e ottantenni) e passare alla fase 2 (sessantenni e pluripatologici).
Comunque sia è abbastanza improbabile, con questi dati alla mano, che in autunno si debba assistere ad una terza ondata.
Conclusione: l’epidemia/pandemia del coronavirus Sars-Cov-2 è alla fine.
Guardiamo perciò all’ultimo anno bisesto e domandiamoci come è stato gestito.
Limitiamoci al settore odontoiatrico.
Piccola storia folle …
Cartelli fuori dagli studi dentistici: se hai la febbre torna a casa …
Isteria collettiva, paralisi, mancanza di iniziativa e di partecipazione alla battaglia in atto.
Piccolo esempio: a inizio primavera 2020 avevamo proposto ai principali sindacati odontoiatrici di farsi attori nella lotta alla pandemia, effettuando i tamponi nei nostri studi.
Gli studi dentistici hanno una diffusione paragonabile a quella degli ambulatori di Medicina Generale, grosso modo uno ogni 1500 abitanti. Ma a differenza del MMG sono molto più attrezzati, sia per il controllo delle infezioni crociate, sia per l’esecuzione di piccole manovre come un tampone nasofaringeo.
Pensiamo a come sarebbe andato il 2020 se ogni odontoiatra avesse effettuato 1000 tamponi (obiettivo assolutamente realistico). 40 milioni di tamponi! Più di tutti quelli che l’Italia ha fatto a tutt’oggi: 31,611,023!
Pensiamo ai disagi per la popolazione. Pensiamo al peso sul SSN. Pensiamo alle risorse che si sarebbero liberate per l’assistenza.
A posteriori è davvero difficile capire che cosa abbia impedito ai nostri rappresentanti di offrire al governo la collaborazione della professione.
Pigrizia? Paura? Ignoranza?
In questi mesi le uniche voci che si sono fatte sentire nel nostro settore sono state le lamentele per il crollo del fatturato e la richiesta di aiuti economici. Ultimamente grida stridule reclamano l’inserimento degli odontoiatri tra le categorie da vaccinare prioritariamente.
Cioè, anche qui: potremmo proporci noi come vaccinatori, con qualche piccola precauzione nel caso di reazioni allergiche: quali strutture del SSN sono più attrezzate dei nostri studi? Ma neppure adesso i nostri rappresentanti dimostrano buon senso e spirito di solidarietà. Chiediamo, reclamiamo ma non contribuiamo al benessere collettivo.
Piccola scontata storia triste.

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2 pensieri su “La Fine della Pandemia e gli Odontoiatri

  1. Non si prende in considerazione che il vaccino non rende immuni indefinitamente, quindi le vaccinazioni saranno da ripetere periodicamente sino a immunità di gregge e le misure di protezione fino ad allora perdureranno

    • può darsi. Ma l’accento di questo articolo voleva essere su ciò che gli odontoiatri avrebbero potuto fare e non hanno fatto. Alla fine le istituzioni a livelli alti o bassi hanno risposto a questa epidemia in modo folle.

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