Fumo e Gay

timthumbEbbene: l’impegno dei dentisti per la campagna contro il fumo è una priorità http://www.cosmeticdentistryguide.co.uk/news/west-country-dentists-support-stoptober-campaign-0432?utm_medium=twitter&utm_campaign=News&utm_content=cosmeticdentistryguide&utm_source=cosmeticdentistryguide .

I fumatori sono maggiormente a rischio per malattie infettive e neoplastiche e il dentista può intercettare il fumatore grazie ai segni orali. Può perciò svolgere adeguate campagne di prevenzione spiegando i danni e i rischi.

Ora, stupisce invece che l’idea di svolgere una analoga campagna di prevenzione nei confronti dell’omosessualità trovi tante resistenze. A confronto con il fumatore l’omosessuale ha una attesa di vita media molto inferiore, fa un uso molto maggiore di psicofarmaci, è molto più a rischio di suicidio, contrae molte più malattie infettive ed è predisposto a malattie neoplastiche connesse con le malattie infettive di cui sopra.

Va bene: dal punto di vista delle spese sanitarie tra le due categorie non c’è confronto: gli omosessuali rappresentano una frazione percentuale dell’uno per cento della popolazione, per cui anche un rischio doppio o triplo rispetto ai fumatori comporta una aumento di spesa sanitaria impercettibile.

Ma il medico non cura le statistiche, cura le persone. Perciò un medico ha il medesimo dovere deontologico nei confronti del fumatore e nei confronti dell’omosessuale. E il dovere è di informare il paziente che PUÒ smettere. Poi è evidente che il paziente adeguatamente informato che ritiene di continuare a fumare o a condurre una vita sessuale promiscua, è libero. Le campagne di informazione infatti non trovano il loro fondamento nella coercizione della volontà del paziente, ma nel presupposto che la libertà vera poggia sulla conoscenza.

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