Qualità

Aiutare i pazienti a distinguere un buon dentista conviene anzitutto ai buoni dentisti, ma non è una impresa semplice.

Se fosse possibile indicare un criterio assoluto, possiamo stare certi che i primi ad acquisirlo sarebbero i più mascalzoni.
Per questo bisogna sempre stare attenti quando si dice: un buon dentista è quello che fa questo o fa quello.
Ad esempio: un buon dentista è quello che fa corsi di aggiornamento ed ha tanti punti ecm. È una opinione molto diffusa. Perciò ci sono dentisti che si iscrivono a molti corsi, che pagano anche molto, e che frequentano dormendo sulla sedia. Poi al termine dei corsi per i quali è previsto un questionario ecm, la compilazione è collettiva e suggerita dai docenti!
Perciò in generale è bene diffidare dei criteri ufficiali e facilmente riproducibili o acquisibili soprattutto a pagamento.
È meglio cercare di farsi una idea complessiva dell’attività del dentista e cercare di valutare la coerenza dei vari dati.
Ad esempio se un dentista racconta che i suoi impianti sono sempre perfetti e non ne ha mai perso uno, ma sapete che ad un vostro conoscente un impianto è andato male, dubitate anche di tutto il resto che racconta.
Se invece un dentista dice che le sue devitalizzazioni vanno sempre bene, ma nell’elenco delle terapie ci sono solo incisivi o canini, forse i dati sono truccati.
Se non è in grado di risalire dalle prestazioni che dice di aver fatto alle relative fatture/ricevute sanitarie, se non consegna puntualmente le attestazioni del laboratorio per le protesi, se non è in grado di ritrovare una radiografia eseguita qualche mese o qualche anno prima, sono tutti sintomi di una gestione fumosa che lascia libero spazio alla creatività.
Ma si tratta sempre e solo di ipotesi. Non è detto.

12 pensieri su “Qualità

  1. Costa di più una cura fatta bene o una cura fatta male?

    Una otturazione fatta male porta in poco tempo ad una devitalizzazione, una devitalizzazione approssimativa all’estrazione, poi al ponte, all’impianto, alla protesi mobile.
    Quella otturazione, anche se fosse costata il doppio, sarebbe comunque stata un enorme risparmio.
    Ma il risparmio maggiore di una odontoiatria di qualità è nella diagnosi.
    La diagnosi vuol dire informare un paziente se una cura è indispensabile, utile, estetica o inutile. Su cosa cambia tra l’effettuare quella cura subito, tra qualche tempo o mai.
    Una devitalizzazione inutile comunque costa troppo, per quanto economica e scontata sia. Poi se un paziente informato dell’inutilità di devitalizzare un dente del giudizio con tasche parodontali, decide di proseguire, è libero. Ma perlomeno è informato.
    Si tratta di una fantasia nostra? No, i dati ISTAT ci dicono che i ricchi dal dentista spendono di meno dei poveri. Perchè? Perchè i dentisti dei ricchi si fanno pagare di meno? No, perchè i dentisti di qualità non propongono cure inutili, e quelle che propongono le fanno bene!
    Perciò l’Odontoiatria di Qualità è più economica dell’odontoiatria Low Cost.

  2. Meglio un dentista specialista o un generico?

    Dipende. Da cosa si vuole fare.
    Se si sa già qual è il proprio problema, se ad esempio si deve rifare una devitalizzazione andata male o si sa di avere una grave malocclusione, allora è meglio andare direttamente da un buon endodontista o da un buon ortodontista.
    Se invece si vuole curare la propria salute orale nel tempo, il dentista generico è sicuramente migliore.
    Migliore dello specialista. Perchè?
    Perchè uno specialista tende a vedere e a fare solo ciò che è capace di fare. Ad esempio un endodontista tenderà a devitalizzare anche denti con scarse possibilità, anche se dal punto di vista del paziente sarebbe meglio estrarre e inserire un impianto.
    Un implantologo invece tenderà ad estrarre anche se sarebbe possibile devitalizzare o fare ortodonzia o trattamento parodontale.
    Il dentista generico in realtà è un parodontologo migliore dell’endodontista puro, e un ortodontista migliore del parodontologo puro, per cui è in grado di identificare la migliore tra le alternative possibili. Poi un dentista generico onesto, sa quando un trattamento va oltre le sue capacità, e saprà inviarvi ad uno specialista.
    Ma vi invierà dallo specialista con un quadro globale in testa, sapendo anche distinguere tra specialista e specialista.

    • Sono completamente in accordo con quanto detto, ma lasciatemi una precisazione, e non per puntiglio ma per correttezza, anche legale, che mi sembra abitare questo sito:
      in Italia esistono due Scuole di Specialità per Odontoiatri, cioè Ortognatodonzia e Chirurgia Odontostomatologica.
      Ne deriva che solo l’Ortodonzista e il Chirurgo Odontostomatologico possono essere definiti “Specialisti” (oltre naturalmente al laureato in Medicina e Chirurgia specialista appunto in Odontostomatologia…).
      “Endodontista”, “gnatologo”, “implantologo” e ogni altro esperto di branca di cui si compone l’Odontoiatria, non può essere definito “Specialista in…” ma, al limite del gioco di parole (o della presa in giro, a mio avviso) “Specializzato in…” oppure, più propriamente appunto “Esperto in…”.
      In alternativa, se un professionista ha frequentato Master o Corsi di Perfezionamento, sarà “Master in…” (“Masterizzato” sempre a mio avviso è un’offesa alla lingua italiana…) o “Perfezionamento in…” (stesso discorso per “Perfezionato”).

      Complimenti per questo sito.
      Ciao!

      • si Christian, hai ragione. I tranelli della lingua italiana.
        Forse sarebbe stato meglio contrapporre il dentista generico al dentista esperto? Non funziona.
        Siamo purtroppo all’irrisolta contrapposizione tra Descartes e Pascal: uno preferisce sapere tutto di poco, l’altro poco di tutto. Sono due punti di vista, entrambi legittimi, il guaio è che oggi il secondo viene messo alla berlina e umiliato come pressapochista, inaffidabile, inutile. Invece è un altro punto di vista. Legittimo.

  3. In definitiva: da cosa si può riconoscere un buon dentista?

    Cominciamo a dire da cosa NON si riconosce.

    Non si riconosce dalla sala d’attesa
    Poltrone e tappeti di lusso? Affreschi e quadri di pregio? Mobili di antiquariato?
    È evidente che questi non sono indicatori di qualità.
    Perchè allora molti pazienti si lasciano abbindolare?
    È davvero un mistero.
    Noi vorremmo che i pazienti capissero che ogni euro speso in sala d’attesa lo pagano loro, e si domandassero se ne vale la pena!

    Non si riconosce dalle attrezzature a disposizione.
    Non c’è dubbio: per lavorare gli strumenti sono necessari.
    Ma dire che basta un buon strumento per fare un buon lavoro è come dire che basta un pennello per dipingere la Gioconda! Ci sono strumenti indispensabili, altri utili, altri superflui. Ma prima di ogni strumento viene la testa, la voglia e il gusto di lavorare e di lavorare bene. La tecnologia da sola non basta, molto spesso purtroppo serve solo a fare fumo, a nascondere l’incapacità e l’ottusità del professionista. L’impianto è andato male? Colpa del computer. La devitalizzazione è corta? Il rilevatore apicale non funziona. Consiglio: guardate se lo studio è attrezzato, ma guardate soprattutto se le attrezzature vengono usate e se chi le usa ne capisce il funzionamento e le usa quando servono, come complemento alla propria intelligenza e alle proprie mani e non in sostituzione.

    Anche la simpatia conta poco.
    Ci sono dentisti che mascherano la pochezza scientifica e manuale con una grande giovialità. Sembrano amiconi da sempre, trattano i pazienti come vecchie conoscenze. È noto un caso di un dentista tanto bravo che riusciva a farsi lasciare assegni di acconto di decine di milioni di lire al bar, prima ancora che il paziente fosse entrato in ambulatorio. Poi si scoprì che non era neppure laureato, fuggì all’estero, al momento è latitante e i suoi ex-pazienti ci terrebbero molto a rivederlo.
    Con un minimo di senso critico il paziente dovrebbe essere in grado di distinguere la simpatia dalla preparazione. Se non ci riesce, difficile aiutarlo.

  4. Premessa: gli indicatori di qualità si riferiscono e possono riferirsi solo al singolo dentista.
    Non ha senso parlare di qualità di uno studio, perchè se, ad esempio, in quello studio lavora una brava igienista che ottiene ottimi risultati e quella igienista cambia studio, è ridicolo che lo studio si faccia ancora bello con i risultati di chi in quel momento lavora per la concorrenza.
    Perciò gli indicatori si riferiscono al singolo dentista. Se costui non effettua alcune prestazioni (igiene, implantologia, ortodonzia) in quel settore il suo punteggio sarà zero. Se lavora in uno studio dove un collaboratore esegue quelle prestazioni, il collega collaboratore potrà vantare un proprio punteggio, ma non lo studio.
    La qualità si riferisce al singolo operatore anche quando si parla di strutture: infatti il semplice possesso di uno strumento anche molto costoso di per sè non dice nulla sulla qualità. Un microscopio operatorio in mano ad un professionista darà un risultato diverso da quello ottenuto da un diverso operatore.

  5. Gli indicatori di struttura Sono le caratteristiche strutturali dell’ambiente di lavoro (sala d’attesa, attrezzature). La loro valutazione è oggetto di numerose leggi regionali sull’autorizzazione delle strutture sanitarie. Il fallimento di queste leggi si misura su due fatti:
    Anzitutto le strutture con la qualità inferiore in assoluto sono proprio le strutture che dovrebbero essere al vertice come indicatori, intendo le strutture pubbliche.
    In secondo luogo è noto che gli abusivi e le strutture low cost in genere puntano molto sull’apparenza e sulla struttura.
    Per valutare la qualità di lavoro di un odontoiatra, vorremmo consigliare i pazienti di fare attenzione ai seguenti particolari.

    Anzitutto la sala d’attesa: una grande sala d’attesa fa sospettare la possibilità di lunghi tempi di attesa. L’odontoiatria è un’arte di precisione, non si lavora bene quando ci sono pazienti che attendono e premono per il loro turno. Una sala d’attesa piccola è sintomo di buona organizzazione e buon flusso.
    Autoclave: Non è pensabile uno studio dentistico senza autoclave. Ma averla non significa nulla: l’importante è usarla.
    dipendenti: Il personale a disposizione è importante ma è importante soprattutto l’organizzazione e la suddivisione delle mansioni. Una delle principali fonti di errore nelle strutture sanitarie è la comunicazione tra operatori: meno passaggi di comunicazione ci sono, meno errori ci saranno.

  6. Gli indicatori di processo sono più facili da valutare, ma sono meno indicativi della qualità finale del servizio.

    uso della diga: Si tratta di un foglio di gomma (lattice o altro materiale elastico per gli allergici al lattice) che viene posizionato sopra al dente e permette di lavorare senza contaminazioni da parte della saliva utilizzando anche sostanze disinfettanti molto potenti come l’ipoclorito al 5%. La percentuale di uso della diga è sicuramente un indicatore di qualità. Conviene diffidare da chi dice che la usa sempre, perchè c’è sempre qualche caso in cui è impossibile posizionarla. Sarebbe utile sapere quanti fogli di diga ogni dentista acquista, ma è sempre possibile che ci sia chi li acquista e li getta, al solo fine di fare bella figura.
    documentazione clinica: È un buon indicatore, se non altro perchè permette di imparare dagli errori. Un dentista con una documentazione scadente, non è in grado di risalire alle procedure e ai tempi di un eventuale errore, e quindi non è in grado di autocorreggersi. Ma soprattutto viene il dubbio che non conservi la documentazione per nascondere gli errori.
    fatturazione: La fatturazione è strettamente connessa con la documentazione. Non è possibile conservare la documentazione di ciò che non si è fatturato. Perciò quando un dentista propone uno sconto se si accetta di pagare senza fattura, fatevi venire un sospetto.

  7. Gli indicatori di qualità più efficaci in odontoiatria sono gli indicatori di risultato. Purtroppo non sono facili da costruire, perchè l’odontoiatria è un’arte, perchè l’oggetto è la salute umana, e spesso una maggiore arte si scontra anche con maggiori difficoltà. Per spiegarci: un odontoiatra mediocre toglieà tanti denti e farà tanti impianti. I denti che devitalizzerà saranno i più facili. Quindi le sue devitalizzazioni saranno in genere migliori di un odontoiatra bravo che toglieà solo i denti irrecuperabili. Quest’ultimo si impegnerà anche con i denti difficili, quindi i suoi risultati saranno in media peggiori di quelli dell’altro.
    indicatori in conservativa: Gli indicatori in conservativa (otturazioni) sono quasi impossibili. Un indicatore può essere il numero di otturazioni eseguite e il dente otturato. Un minimo di galleria fotografica è un buon indicatore.
    indicatori in endodonzia: Il totale delle devitalizzazioni e il totale dei denti/radici estratti. Sono numeri da prendere con cautela, in quanto è possibile che dentisti scarsi decidano di non devitalizzare denti difficili. In ogni caso sono numeri utili. In particolare è utile vedere:

    il numero totale di devitalizzazioni
    la percentuale delle estrazioni
    il tipo di estrazione. Ad esempio un dentista di qualità tenderà ad intervenire maggiormente con rizectomie ed apicectomie che con estrazioni complete.
    il dente curato: i molari sono denti più difficili degli incisivi

    indicatori in ortodonzia: Anche in ortodonzia è difficile identificare indicatori semplici e affidabili. Talvolta un buon ortodontista ha risultati peggiori di uno mediocre perchè prende in cura solo le vere malocclusioni: per spiegarci, c’è una fase della vita nella quale tutti i bambini/pre-adolescenti hanno i denti storti: è la fase del brutto anatroccolo. L’ortodontista che mette un apparecchio a questi bambini fa certamente un magnifico lavoro, perchè i denti si sarebbero raddrizzati anche da soli. Inoltre avrà una casistica enorme, perchè tratterà tanti bambini. Ad ogni modo un buon ortodontista potrà avere almeno:

    persone che ne parlano bene. Non è un assoluto, spesso le mamme sono la fonte di leggende metropolitane sulla bravura di un dentista che ha il solo pregio di avere gli occhi azzurri. Comunque se di un ortodontista nessuno parla bene, qualche motivo ci sarà.
    buona documentazione, anche a distanza di anni. Un dentista che non vede più un paziente ortodontico non getta la documentazione, ma al limite cerca il paziente per riconsegnargliela
    solo la minoranza dei pazienti vengono trattati. La maggioranza dei bambini è normale, lo dice la parola stessa: nella norma. Se un dentista mette un apparecchio a qualunque bambino, o taglia a tutti il frenulo linguale, forse c’è qualche problema
    il tempo di trattamento è più ridotto possibile. Questa è la tendenza dell’ortodonzia contemporanea. Certo non può essere un criterio assoluto, ci sono bambini che davvero vanno seguiti per anni o decenni, ma nel complesso è così

    indicatori in chirurgia estrattiva: Una buona chirurgia ha queste caratteristiche:
    non lascia residui radicolari
    è veloce
    lascia meno fastidi possibile
    dà meno complicanze possibile
    Anche qui è difficile dare numeri inassoluto, perchè un dentista che estrae solo incisivi mobili avrà risultati secondo questi criteri superiori a quello di un dentista che estrae solo ottavi. Perciò conviene prendere in considerazione anche i tipi di denti estratti

    indicatori in parodontologia e igiene: Numero di detartraggi e numero di estrazioni all’anno in rapporto all’età media dei pazienti. Una buona igiene professionale è quella che conserva i denti il più a lungo possibile, ma anche quella che ha bisogno di essere ripetuta di meno. Ci sono pazienti che hanno bisogno di una seduta di igiene ogni tre mesi, e altri ogni due anni, ma sullo stesso paziente il buon dentista è in grado di mantenere una buona igiene con meno sedute di uno scarso.
    indicatori in protesi
    Numero di rifacimenti sul totale delle protesi consegnate.
    documentazione precisa: consegna della dichiarazione di conformità al momento della consegna della protesi.
    indicatori in implantologia. Successo medio degli interventi eseguiti.

  8. Ci sono segni sospetti o comportamenti che dovrebbero mettere i pazienti allerta.

    Orari di lavoro troppo estesi Anche i dentisti sono persone, difficile riuscire a lavorare bene per più di dodici ora continuate. Un dentista che lavora sempre fino alle 8 di sera deve suscitare qualche sospetto. Certo al paziente può far comodo non dover prendere un permesso al lavoro. Ma è meglio prendere un permesso e risolvere tutto in una o poche sedute, oppure andare dal dentista alle 20,00 per mesi e non risolvere mai nulla?

    Studio aperto il sabato In generale i corsi di aggiornamento sono il sabato. Uno studio sempre aperto il sabato fa venire il dubbio che il dentista non si aggiorni. Magari non sarà così, però il dubbio è legittimo.
    studio aperto la domenica. Strana scelta di marketing. Va bene, siamo in un paese libero e democratico. Però è una strana scelta.

    Preventivi poco chiari

    Estratti conto fumosi Un estratto conto è il corrispettivo economico di una cartella clinica. Un dentista in difficoltà nel ricostruire un estratto conto preciso, probabilmente avrà difficoltà a ricostruire anche la cartella clinica. C’è da fidarsi che sappia ciò che ha fatto e ciò che resta da fare?

    Sconti e convenzioni Nessuno lavora sotto costo. Se un dentista vi fa sconti, siceratevi bene che abbia una particolare simpatia per voi, altrimenti è solo marketing: sono i prezzi che fa a chiunque, ma giocando sulla discrezionalità se non state attenti finirà che pagate di più.

    Prestazioni gratuite Chi lavora male ha bisogno di specchietti per le allodole. Visite, detartraggi, radiografie gratis. Talvolta inutili, spesso fatte male.

    Prestazioni sottocosto Capita che ci sia chi tiene bassi alcuni prezzi e ne alza altri. Ad esempio: se una devitalizzazione costa 120 euro anzichè 100, sembra che sia una grande differenza. Lo stesso vale per i detartraggi. Ma se una corona costa 600 euro anzichè 500, sembra che la spesa sia giustificata perchè c’è il laboratorio, l’oro, eccetera. Ma una buona devitalizzazione o un buon detartraggio sono più difficili di una buona corona, e ci vuole più tempo. Può capitare che ci sia chi si tiene basso il costo delle devitalizzazioni e dei detartraggi e si rifà con la protesi (a volte inutile).

    • Vorrei complimentarmi con i colleghi per la lodevole iniziativa (dallo stile credo di averne riconosciuti almeno un paio) ottimamente esplicata al paziente.
      unico neo:non vorrei che venisse instillata nei pazienti una eccessiva sfiducia nei curanti,effetto boomerang perché controproonducente sia per il loro che per il nostro bene.presi di mira da tutte queste informazioni,mi chiedo,come potranno districarsene se non con la fiducia (almeno non incondizionata ma iniziale)?
      Ps tanto per fare un esempio:io lavoro di sabato,tutto il giorno e in due diverse province,motivo per cui,quando vado ad un corso ECM (effettivamente sempre di sabato),semplicemente chiudo lo studio.pero’ vi ringrazio per aver detto che i corsi sono nel fine settimana,perché poteva sembrare una scusa per vacanze estemporanee.
      Inoltre,spesso mi capita di aprire lo studio apposta di domenica mattina per pazienti che abbiano effettive necessità improcrastinabili?non è una “scelta di marketing” ,ha più a che vedere con l’assistenza a tutto tondo di pazienti (aggiungo,pazienti ligi,perché se non fanno controlli da anni e fa’ male il dente con una carie riscontrata all’ultima visita anni prima,non mi ritengo in dovere di visitarli immantinente).
      Cordialmente,Simona Onesti

      • Grazie Simona per le considerazioni. Sì, hai ragione, si deve stare attenti. La qualità è un terreno scivoloso, tutti sanno cos’è finchè non devono spiegarlo. In concreto poi qualunque indicatore di qualità in una professione è un rischio, perchè i più bravi ad allinearsi con qualunque richiesta sono i più scalzacani. La vera qualità di un professionista è la testa e la testa non è “misurabile”. Ma in una realtà nella quale tuttti si riempiono la bocca (!) di qualità, se gli unici a non parlarne fossero proprio coloro che sanno cos’è, sarebbe ancora peggio. Perciò, cum grano salis, manteniamo le posizioni. Grazie ancora.

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