Pubblichiamo di seguito alcune riflessioni del dott.Emilio Archetti, candidato al consiglio provinciale dell’Ordine dei Medici di Brescia. Il dott.Archetti solleva molti interrogativi sul modus operandi dell’Ordine dei Medici, tra i quali la sua rappresentatività e le regole democratiche. Ci auguriamo che il dott.Archetti abbia la soddisfazione che merita, ma anche che le tematiche da lui sostenute vengano comprese.
Omceo brescia Elezioni 2021/2024
CANDIDATURA SINGOLA ALBO MEDICI dott. ARCHETTI EMILIO
Desidero proporre ai Colleghi la mia candidatura, in contrapposizione ad una oligarchia che si perpetua ormai da troppo tempo, in violazione di principi costituzionali ed esprimente una operativita’ gestionale della Professione inconsistente e parzialmente concludente. Proprio a supporto di quanto espresso, ed escludendosi una ostilita’ inutile e preconcetta, polarizzo l’attenzione su alcuni temi.
LEGGE ELETTORALE: Rendo noto che, purtroppo in solitario, ho impugnato in TAR Lazio il DM 15/3/2018, attuativo della L 3/2018 (Lorenzin), recante disciplina delle procedure elettorali ordinistiche, nella parte in cui, in violazione dei principi emergenti dalla Costituzione,non prevede modalita’ volte a garantire il pluralismo e la rappresentanza delle minoranze . L’Atto è stato notificato sia al Ministero della Salute che all’Omceo di Brescia, che ha serbato totale apparente indifferenza. In particolare ho posto in evidenza come le dette modalità elettorali, la’ dove critallizzano posizioni di potere,violano,fra gli altri, l’art. 51 della Costituzione che impone condizioni di uguaglianza nelle cariche elettive,sia sotto il profilo dell’elettorato attivo che passivo. L’impedimento temporaneo alla ricandidatura con la limitazione a 2 mandati ( anche gia’ espletati) è funzionale a” favorire l’avvicendamento nell’accesso agli organi di vertice,in modo tale da garantire la par condicio fra i candidati, suscettibile di essere alterata da rendite di posizione nonchè evitare fenomeni di sclerotizzazione…nocivi …degli interessi degli iscritti…” ( Cass. 32781/18). Ed ancora: ”Le condizioni di uguaglianza stabilite dall’art.51 della Costituzione per accedere alle cariche elettive possono essere compromesse se alla competizione….puo’ partecipare chi ha ricoperto 2 o piu’ mandati consecutivi consolidando cosi’ un forte legame con l’elettorato…..”( C.C n° 173/2019). Peraltro la limitazione ai 2 mandati è ”un principio di ampia applicazione per le cariche pubbliche…ed è un principio di portata generale nel piu’ specifico ambito degli Ordinamenti professionali” ( Sent. 173/2019 punto 3.1.3.1). Uguaglianza espressa nel vincolo costituzionale di tutela delle minoranze, attraverso il cosidetto ”voto limitato” ( Cass. 18047/2010). I Principi di Diritto enunciati dalla Suprema Corte nella Sentenza 173/2019, trovano applicazione consolidata anche in altri Ordinamenti professionali, ma trovano, nel nostro Ordine,una miope riluttanza ad una applicazione spontanea ,per l’incapacita’ di predisporsi ad un ciclico ricambio. Sicchè vi sono Consiglieri ricandidati, che i Principi di Diritto enunciati considerano ineleggibili, ma che nemmeno la Pronuncia della Consulta riesce a convincere alla ragionevolezza; ma cosi’ mostrando uno scarso rispetto del concetto di democratica rappresentanza. Le impari condizioni partecipative qui descritte, in violazione dei Principi di Diritto evidenziati, incidono negativamente ,sia sul mio diritto partecipativo, che su quello piu’ generale degli iscritti. La insopprimibile ostilita’ verso il pronunciamento della Consulta, trova la sua massima espressione nel maldestro tentativo di presentare in Sede legislativa un emendamento (votato all’unanimita’ dal Comitato centrale Fnomceo) finalizzato, da un lato, a rinviare di un anno le elezioni, e dall’altro ad abrogare il limite dei 2 mandati. I furbetti hanno cercato di mutuare dai 5 stelle il ”mandato 0”, come titola Quotidiano Sanita’.
ELEZIONI ENPAM: da piu’ parti e da sempre criticate, ma Regolamento elettorale sempre tollerato. Ai Presidenti degli Ordini, all’evidenza, interessa poco la gestione di Enpam, benchè lesiva degli interessi degli iscritti. Sul tema ho deciso di esprimere una mia posizione, pubblicata su Quotidiano Sanita’, di cui qui riporto uno stralcio:
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Enpam, ancora dubbi sulle elezioni
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MAG – Gentile
Direttore,
leggo
sull’ottimo Quotidiano un intervento di Andi, supportata da Fnomceo e
Cimo, in riferimento alle qualità del procedimento elettorale di
Enpam, definendole ”semplici, penetranti e pertinenti”; rilevando
altresi che le lagnanze espresse da alcune Associazioni ”sono
inappropriate e inopportune” ed esprimenti una azione
”antidemocraticà; ciò per ”mascherare una loro difficoltà alla
presenza nel processo elettorale per sostanziale difetto di
rappresentanza e assenso…una minoranza solamente querula e
incompetente”.
Registro altresì
il dissenso espresso da queste varie Associazioni sindacali e da
alcuni Parlamentari, che, di contro, richiedono la sospensione delle
procedure elettorali; nel mentre, evidenziano la necessità di
modificare
i regolamenti elettorali, al fine di evitare la cristallizzazione
delle posizioni di potere; di favorire una pluralità di espressioni
della rappresentanza degli iscritti in
seno ad Enpam e allineare la durata e i limiti del mandato alle
previsioni di cui alla L 3/2018 (legge Lorenzin).
La questione in discussione
è oggetto di acceso dibattito, sia in relazione ai corposissimi
aspetti economici oggetto di gestione, sia in relazione ad aspetti di
Diritto che investono la quaestio. Nel mentre concordo pienamente
sugli aspetti espressi dalle Associazioni e dai Parlamentari
dissenzienti verso questo modello elettorale, rilevo come Andi
esprima uno strano concetto di ”democrazia”.
Ricordo come già nel 1924 la Legge Acerbo, fortemente voluta da Mussolini, prevedeva che il sistema maggioritario presente, consentisse alla lista che prendeva il 25% dei voti di avere i 2/3 dei seggi (esagerati!); ma riservando alle minoranze i restanti seggi, da assegnare in modo proporzionale.Andi, differentemente dal Ministro Acerbo, non prende in considerazione le minoranze, le esclude a priori. Le leggi elettorali che non consentono un ricambio generazionale, che non vedono rappresentate le minoranze, che non prevedono limiti di mandato mi invitano a reagire…….
Emilio ArchettiIscritto all’Omceo di Brescia
GESTIONE EMERGENZA DA COVIT: Una lettura velata dalla tristezza del ricordo del dramma causato da un virus, la cui operativita’ era sconosciuta, sconosciuta la lesivita’ sistemica, incerte le possibili terapie; incomprensibile il silenzio del regime comunista cinese, incomprensibile il comportamento dell’OMS che ne lodava la correttezza, le contrastanti e talvolta allucinanti raccomandazioni fatte da OMS, ISS, Protezione civile etc su tamponi, mascherine…..fino al Festival inter-nazionale dell’ipertrofia dell’IO, in asfissiante diretta televisiva. Cio’che non si dimentichera’ sono le immagini televisive dei mezzi dell’Esercito, i numeri di telefono di amici che non risponderanno piu’, le immagini degli operatori sanitari impegnati, al limite del possibile, a combattere un nemico sconosciuto. In questo contesto, i Presidenti degli OMCeO lombardi hanno ritenuto di scrivere una lettera , indirizzata ai vertici di Regione Lombardia e pubblicata su Quotidiano Sanita’, criticando l’operato sia di Gallera che di Fontana. Pur non ritenendo che i vertici di Regione Lombardia siano immuni da errori , ho ritenuto tale lettera viziata da troppo furore ideologico polarizzato, sicchè ho deciso di proporre anche una mia lettura, parimenti pubblicata su Quotidiano Sanita’del 1 maggio 2020 e che riporto:
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Perché non sono d’accordo con gli Omceo lombardi
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APR – Gentile
Direttore,
desidero
esprimere il mio dissenso in relazione alla risposta fornita
dai Presidenti Omceo alla argomentata lettera dell’ Assessore della
Lombardia Giulio Gallera. La posizione da Essi assunta non può
essere condivisa sia nella forma, intrisa di ostilità ideologica,
che nei contenuti, in quanto espressione di una mera esposizione di
evidenze drammatiche, insite proprio nelle situazioni di emergenza;
nel caso, caratterizzate dalla assenza di azioni di monitoraggio,
azioni preventive, nonostante gli allerta dell’OMS e in assenza di un
concreto Piano delle emergenze nazionale.
I
firmatari ritengono che la loro lettera di accuse sia stata, more
solito, male interpretata, accusando la Regione di depotenziamento
della Sanità pubblica e della medicina generale. Dove erano i
rappresentanti istituzionali della Professione, quando i Presidenti
del Consiglio Monti, Gentiloni, Letta, Renzi,provvedevano ad amputare
la Sanità con tagli lineari a prescindere? Dimenticano che Regione
Lombardia, ha curato pazienti provenienti da varie Regioni italiane,
vittime incolpevoli di mala gestio e che per tali prestazioni ha
crediti ancora insoluti? Sanno che Regione Lombardia ha avanzi di
bilancio, ma che questi non possono essere utilizzati ed investiti in
ambito regionale , magari per meglio strutturare e pagare la medicina
del territorio, in quanto sono vincolati al Patto di solidarietà
nazionale? Mi pare che l’iniziativa assunta dai Presidenti Fromceo
vada ben oltre una normale critica a difficoltà gestionali
periferiche, e celi una precisa finalità politica di togliere la
Sanità dalle materie concorrenti, affidandola a esclusività Statale
e affossare il sistema integrato pubblico privato.
Allo
stato, in merito alla qualificazione e alla ripartizione di
competenze e dunque alla individuazione di responsabilità (esercizio
che non pare interessare i firmatari) concorrono sia quanto dispone
l’art 120 della Cost , che cosi recita: ”Il Governo può sostituirsi
alle Regioni..in corso di pericolo grave per l’incolumita’ e la
sicurezza pubblica..per la tutela dell’unita’ giuridica..la tutela
dei livelli essenziali delle prestazioni..prescindendo dai confini
territoriali dei governi locali”,sia quanto dispone l’art 117 della
Cost . Il principio di diritto è: i Principi Fondamentali sono in
capo allo Stato e alle Regioni la normativa di dettaglio.
Dunque,
la sorveglianza epidemiologica, l’attività di prevenzione e di
controllo dell’infezione, i protocolli comportamentali profilattici e
terapeutici (?) e i piani di emergenza integrano i principi contenuti
nell’art 120 e costituiscono Principi Fondamentali, elusi dal Governo
centrale. Riportare la Sanità nell’alveo statale, significa
sconfessare i principi istitutivi delle Regioni come entità
politica. La ratio di fondo era: i governi locali meglio conoscono le
esigenze e le peculiarita’ del proprio territorio. Alcuni le hanno
conosciute talmente bene da distruggerlo (prototipo di regionalismo
differenziato ex post).
Lo
Welfare costituisce l’80% dei bilanci regionali. Credo che pochi
esponenti politici regionali si farebbero generosamente e
volontariamente amputare sia i benefici gestionali, sia gli
emolumenti. E siamo certi che la classe politica attuale sia in grado
di gestire a livello centrale lo Welfare di 21 Regioni, quando, allo
stato, non è nemmeno in grado di applicare il potere sostitutivo
alle poche Regioni che non riescono ad applicare i LEA? Penso si
otterrebbe una omogeneita’al ribasso. Ritornando all’ambito della
critica, anch’io, come i Presidenti, non mi sottraggo ad individuare
errori. Il primo errore è aver sottovalutato gli allerta espressi
gia’ nei primi gg di gennaio,ma vedendo contrapposte due linee
comportamentali, una rigorista, ed una contrapposta tendente a
minimizzare gli effetti lesivi del virus. La prima veniva definita,
more solito, razzista ed, ovviamente, la contrapposta,
antirazzista.
Nelle
more il virus, molto scaltro, ha esercitato la sua azione lesiva.
Doveva agire autonomamente? Dirimente in tal senso appare la
decisione assunta dal Tar Marche che ha sospeso l’Ordinanza del
Governatore. E assunta dal Governo poco dopo. Il secondo errore è
stato quello di avere dettato ai Sanitari protocolli comportamentali
insufficienti e inadeguati, modificati nel tempo, ma all’evidenza
troppo tardi. Tutto quanto al fine di aderire pedissequamente alle
disposizioni di ISS e Protezione civile. Il terzo errore è stato
quello di consentire alla variegata schiera di virologi, ma non solo,
di dire tutto ed il contrario di tutto, sia in riferimento
all’utilizzo delle mascherine , sia alla modalita’ e alle finalita’
di utilizzo dei tamponi.
Poichè
i virologi sono iscritti agli Ordini, gli scriventi Presidenti
avrebbero potuto, quanto meno, invitarli ad una maggior uniformità
di spiegazioni e consigli comportamentali. Mi pare l’intervento dei
Presidenti parziale e ingeneroso. Auspicabile un confronto fra parti
tecniche regionali: politicogiuridiche e sanitarie, magari ritornando
a ragionare sulla L23/2015.
Emilio
Archetti
Medico
chirurgo, Omceo Brescia
25
aprile 2020
Pare
che
repetita non iuvant. Nel contrasto alla seconda ondata si stanno
riproponendo le medesime performances….
Mi siano consentite alcune considerazioni in relazione alla operatività del Consiglio uscente; rilevo indubbiamente una fluente e forbita capacità oratoria, quasi poetica, in capo al Presidente, ma mi pare che la collegialità dei Consiglieri viva l’Ordine come una entità astratta , fuori dal contesto sociale, in vero con qualche sussulto di vitalità, ma dispiegando malamente le proprie energie (v. Sentenza di condanna di Omceobs Cassazione n°11816/2012, nonchè la Sentenza di condanna n°623/2020 resa dal TAR Brescia, ove il Giudice censura il difetto di trasparenza presente negli Atti amministrativi, compensando le spese, ma condannando l’Omceobs a pagare il contributo unificato,oltre le spese legali…). Ma ciò che più imbarazza è il silenzio serbato su tematiche sociali emergenti in maniera drammatica, in una Società sempre più malata ed in un contesto politico amministrativo degenerato, inconcludente e lesivo,che persegue con caparbietà la ”decrescita felice’‘, che farà esplodere la povertà e porterà ad un disastro sociale, con un ovvio riverbero in negativo sui Professionisti. Nessuna espressione di pluralismo su tematiche sociali quali la Famiglia,la Identità di genere, la L 194, il Sistema integrato pubblico-privato nella Sanità e nell’ambito educativo. Nessun plauso da parte del Consiglio uscente, per quanto noto, alla meritoria iniziativa dei Sindaci in favore della vita.. Basso profilo ( meglio non mettere il dito nella piaga), certo espressione di un legittimo orientamento politico. Come di nessun interesse la Politica del farmaco , e di Big Pharma. E’ giunta ai nostri indirizzi mail comunicazione , fatta da Quotidiano Sanità, di uno sconcertante studio pubblicato su Britisch Medical Journal in data 4 ott.2017, in cui ,dopo una valutazione sistematica di 48 farmaci oncologici utilizzati per 68 patologie: ” la stragrande maggioranza dei farmaci arrivati sul mercato sono senza solide prove di benefici sulla sopravvivenza e sulla qualita’ della vita…molti dei farmaci approvati negli anni citati, evidenze di beneficio nemmeno sulla carta..”Silenzio tombale, nonostante la presentazione di un mio esposto ,sotto forma di un articolato studio(disponibile) e la richiesta di valutazione…., se si esclude una PEC del 23/2/2018, in cui testualmente si legge” Gent. dott. Archetti, stiamo valutando ancora un aspetto della Sua esposizione ; Le daremo riscontro al più presto” . Sto ancora aspettando. A notizie deprimenti si contrappongono evidenze confortanti. Veniamo a conoscenza che , dopo circa 20 anni dalla presa in carico di soggetti leucemici da parte della Prof. Bonini (S. Raffaele) e dalla stessa guariti ( Car t), recentemente sono stati trattati con CAR t un paio di casi dal Prof. Locatelli e due casi al Niguarda. In data 30 /6 /2020 anche l’Ospedale Meyer di Firenze da’ notizia di aver trattato il primo paziente ,affetto da una leucemia resistente ad ogni tipo di terapia. ”A distanza di poco più di 1 mese dall’infusione di cellule riprogrammate….la cura ha effettivamente azzerato la presenza di cellule malate nel midollo del piccolo paziente .Ed è la prima volta che questo accade da quando il bambino ha iniziato la lunga battaglia contro la leucemia”.Aggiunge Claudio Favre, responsabile del Centro di eccellenza di oncoematologia del Meyer” In passato per questo piccolo avremmo solo potuto iniziare il percorso delle terapie palliative’‘( sempre da Quotidiano Sanita’) . La impressionante lentezza nella implementazione di una diversa modalita’ terapeutica appare sospetta, tanto da stimolare il Prof. Ciceri ad intervenire su Quotidiano Sanità, protestando per la quasi totale polarizzazione terapeutica con la terapia tradizionale e non predisponendo posti letto per terapia con CARt. Perchè questo silenzio da parte dell’Ordine sul tema? Nessuna capacita’ gestionale risolutiva di tematiche quali Autorizzazioni sanitarie , in essere da ben 86 anni (art.193 TULLS)o da 21 anni ( c.2/4 art. 8 ter D.lgs 229/99). Buio fitto nella patetica gestione della materia Pubblicita’ sanitaria. L’Ordine è una comunita’ di professionisti e come in ogni comunità si evidenziano diverse visioni e concezioni dell’attività e dell’etica professionale, con diverse letture e sensibilità, pluralismo ideologico che deve trovare concreta espressione, allo stato surrettiziamente negata. Qualora i Colleghi ritenessero utile la mia presenza in Consiglio, questi ed altri temi verranno affrontati, le posizioni analiticamente verbalizzate e rese note.
Emilio Archetti 3475933563
Allo stato, il procedimento elettorale è sospeso. Poichè la Legge prevede la possibilità di voto elettronico, si spera che la melina non duri ancora molto…