
l’ANDI contro i dentisti
La domanda è: perché i colleghi sono sempre più disaffezionati alle loro rappresentanze sindacali e ordinistiche?
La risposta è stranota: perché si tratta di rappresentanze auto-referenti, che rispondono solo a sé stesse. La mancanza di un reale pluralismo (più associazioni con politiche diverse) o l’obbligo di iscrizione senza una reale possibilità di scelta o di influenza (all’Ordine) di fatto costituiscono un orizzonte nel quale l’odontoiatra è rassegnato ad accettare quel che viene qualunque cosa venga.

La vicenda dell’autorizzazione all’esercizio dello studio dentistico ne è un esempio lampante:
Il 1° agosto u.s. l’ANDI del Veneto ha indirizzato ai propri iscritti una mail nella quale comunica che “a seguito di un percorso complesso” durato due anni (!) è riuscita ad ottenere l’importante risultato di una semplificazione degli obblighi autorizzativi.
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L’art.54 della legge finanziaria 2025 ha previsto l’obbligo per i professionisti medici (anche odontoiatri) di emettere la ricetta per i farmaci (anche quelli a carico del paziente, in fascia C) in modalità elettronica, cioè dematerializzata.








